“Magari un libro” è un format culturale che nasce nel 2021 con l'intento di diffondere e rendere accessibili opere di narrativa e saggistica legate a tematiche contemporanee a noi care, tra cui femminismi, queer, arte, ecologia, beni comuni e letteratura postcoloniale e decoloniale.
Dopo una ricerca legata alla presenza, alla diffusione e alla distribuzione sul territorio di testi e libri con questi focus, abbiamo deciso di aprire spazi di dialogo attraverso proposte di lettura e incontri. Parallelamente abbiamo lavorato sul coinvolgimento di un gruppo di lavoro per un approfondimento progettuale e di coordinamento comune.
Nasce così un pacchetto di “libri itineranti” su un carretto autocostruito, volti all’inclusione e alla valorizzazione delle differenze, e una serie di azioni legate a letture grazie al coinvolgimento di varie persone e gruppi con cui abbiamo co- creato e concretizzato le iniziative sul territorio.
Qua trovate la lista dei libri e delle riviste raccolti finora e presentati in diverse occasioni grazie a un carretto autocostruito che permette alla libreria di Magari di assumere una forma itinerante. Quando non “attivato”, il carretto è ospitato presso la sede di Magari, a Merano in Via delle Corse 61. I libri possono essere consultati e presi in prestito su appuntamento, mandando una mail a associazionemagari@gmail.com. Ci farebbe piacere che in occasione della consultazione, del prestito o della restituzione nascessero dei momenti spontanei di dialogo e confronto attinenti a queste tematiche.
È possibile anche contribuire all’incremento di questa biblioteca regalandoci libri o segnalandoci pubblicazioni che ritenete di interesse o anche case editrici con cui avviare possibili collaborazioni. Al momento, Magari ha avviato dei processi di confronto con le librerie Tamu di Napoli, Due Punti di Trento, Antigone di Milano, e con la biblioteca Tessmann di Bolzano.
Questo libro parla di frontiere ma soprattutto di coloro che le violano. E ci invita a cambiare prospettiva ponendoci con urgenza questa domanda: 'Che cosa vedremmo se il confine lo guardassimo stando dall'altra parte?'. Questa ricerca etnografica condotta da un antropologo iraniano sulla natura non solo fisica ma anche immaginaria dei confini prende le mosse da un'esperienza di migrazione illegale vissuta in prima persona. Così l'auto-narrazione si coniuga alla scrittura etnografica in un'indagine a tutto campo sull'attuale regime delle frontiere e sui concetti chiave di cittadinanza, Stato-nazione, diritti, disuguaglianza. Nell'investigare quel «feticismo dei confini» che contrassegna la nostra epoca, Khosravi si muove nel tempo e nello spazio, mettendo insieme le riflessioni sul tema di autori come Kafka, Benjamin e Arendt con l'analisi dei flussi migratori in atto, o meglio dei suoi protagonisti clandestini, trafficanti di esseri umani compresi. Ed è proprio questo inedito «sguardo illegale» che consente di mettere a nudo le retoriche delle democrazie occidentali insieme al perverso sfruttamento planetario dei migranti, trasformando questa ricerca sul campo in una vera e propria cartografia etica e politica del mondo contemporaneo.
IT, traduzione di Elena Cantoni | ISBN 9788833020471
Drawing together communiqués, covert interviews, oral and underground history of introvert struggles (Introfada), here for the first time is a detailed documentation of the political demands of shy people. Radicalised against the imperial domination of globalised PR projectionism, extrovert poise and loudness, the Shy Radicals and their guerrilla wing the Shy Underground are a vanguard movement intent on trans-rupting consensus extrovert-supremacist politics and assertiveness culture of the twenty first century. The movement aims to establish an independent homeland – Aspergistan, a utopian state for introverted people, run according to Shyria Law and underpinned by Pan-Shyist ideology, protecting the rights of the oppressed quiet and shy people. Shy Radicals are the Black Panther Party of the introvert class, and this anti-systemic manifesto is a quiet and thoughtful polemic, a satire that uses anti-colonial theory to build a critique of dominant culture and the rising tide of Islamophobia.
EN | ISBN 97819060125711
Mit Beiträgen von Madeleine Alizadeh, Teresa Bücker, Kübra Gümüşay, Emilia Roig, Kristina Lunz u.v.a. Warum zur Hölle ist das so? Und was kann jede: r persönlich dazu beitragen, die häufig unbewussten toxischen Strukturen zu erkennen und aufzulösen? Dieser Sammelband mit bekannten Autor:innen bietet Hilfestellung. Sich gegen das Patriarchat zur Wehr zu setzen, ist besonders im Alltag schwierig. Denn Vieles ist uns so vertraut, dass wir es gar nicht hinterfragen. Sogar bekennende Feminist:innen tappen immer wieder in die gleichen Fallen. Wir schließen Frauen durch Sprache aus, folgen veralteten Vorstellungen von einer glücklichen Kleinfamilie inklusive traditionellen Rollenbildern. Oder wir passen uns männergemachten und kapitalistischen Strukturen an, wenn wir im Beruf erfolgreich sein wollen. Die Beitragenden der Anthologie UNLEARN PATRIARCHY berichten von ihren Erfahrungen und spüren eigenen fatalen Denkmustern nach. Sie zeigen, wie über alle Gesellschaftsbereiche hinweg von Sprache und Liebe über Arbeit bis hin zu Politik, Bildung oder Identität die patriarchalen Handlungsmuster gebrochen werden können und ein besseres Leben für alle möglich wird.
DE | ISBN 9783550202193
«Sono felice di essere stata nella rivolta di Stonewall. Mi ricordo che quando qualcun* lanciò la molotov pensai: “Mio dio la rivoluzione è arrivata. La rivoluzione è finalmente arrivata!”. Ho sempre pensato che ci saremo ribellat*. Lo sapevo. Solo non sapevo che sarebbe stato quella notte». La prima volta fu rivolta. E poi ancora, e ancora. In questa prima traduzione italiana della fanzine STAR - Street Transvestite Action Revolutionaries sono raccolte interviste, comunicati, discorsi di Sylvia Rivera e Marsha P. Johnson. Con contributi originali di: Márcia Leite, Cimarrona Maricona, Ombre Rosse. Traduzione e curatela: bidodici, Clark Pignedoli, Ludovico Virtù. Illustrazione di copertina: IKE
IT, traduzione e curatela di bidodici, Clark Pignedoli, Ludovico Virtù
Che cos'è il femminismo? In questo limpido e agile manuale, pensato per essere letto da chiunque, bell hooks esplora la natura del femminismo e la sua concreta promessa di porre fine al sessismo e all'oppressione di genere. Il femminismo è per tutti aspira a essere uno strumento affinché questo movimento, che è anche una visione del mondo, arrivi a quelle persone che non ne hanno mai sentito parlare, o ne hanno sentito parlare in modo inesatto e fuorviante. Al centro del libro ci sono le relazioni di potere (tra persone bianche e nere, tra classi sociali) e il loro influsso sulle relazioni affettive, di coppia, tra genitori e figli. Immerso nel concreto della vita quotidiana, il testo solleva nodi politici attuali, tra i quali ad esempio il rifiuto di un femminismo che fa dell'Occidente un modello per il resto del mondo, la necessità di ripensare il rapporto tra donne e lavoro in una società in crisi, l'impegno per una conversione femminista degli uomini. Con la chiarezza e la schiettezza che la contraddistinguono, bell hooks presenta il femminismo come quella teoria in grado di liberare la società dalla violenza delle sue gerarchie, di condurci verso una cultura di reciprocità e giustizia. L'autrice esorta lettrici e lettori a capire in che modo questa teoria possa toccare e cambiare le nostre vite - a constatare che il femminismo è per tutti.
IT, traduzione di Maria Nadotti
Ci avevano promesso che saremmo stati dei vincenti. Ci avevano indicato gli obiettivi- i soldi, la famiglia, il potere, l'eccellenza - e la strada, fatta di determinazione, sudore della fronte e pensiero positivo: se cadi rialzati, prova ancora e ancora; ci siamo rialzati e abbiamo visto che a cadere era il mondo intorno a noi. Mai come in questi anni è diventato chiaro che l'idea di successo che avevamo in mente è una condanna e che tra volere e potere c'è di mezzo il capitalismo, con tutte le disuguaglianze (e le catastrofi) che si porta dietro. Dobbiamo dunque ridisegnare quell'idea? Dare al termine successo significati nuovi? Jack Halberstam, tra i più noti e originali teorici queer in circolazione, propone una via più radicale e ci guida nell'affollato mondo dei perdenti: lì dove smarrire la strada, non sapere, dimenticare ed essere dimenticati, essere sconvenienti e indecorosi, indisciplinati e improduttivi (tutte cose che le persone queer hanno sempre fatto particolarmente bene) si rivelano strategie possibili per stare al mondo. Correndo il rischio - anzi inseguendolo- di non essere preso sul serio, Halberstam si muove tra teoria alta e bassa, si concede virate controintuitive e disgressioni, si addentra negli «archivi di cose stupide» ricercando forme di conoscenza lontane dal rigore delle discipline. Accade così che in queste pagine vivano insieme Gramsci e SpongeBob, Jamaica Kincaid e il pesciolino Nemo, Saidiya Hartman, Tom of Finland, Valerie Solanas e un'armata di galline in fuga dal pollaio: con loro, Halberstam ci invita a pensare altrimenti, a sperimentare nuove alleanze, a preferire l'ombra alla luce piena, l'illeggibilità al riconoscimento. A desiderare un mondo in cui nessuno ce la fa da solo e nessuno viene lasciato indietro.
IT, traduzione di Goffredo Polizzi | ISBN 9788833893280
La razza è un concetto difficile da cogliere, pur non avendo fondamenti biologici produce grossi effetti nei rapporti sociali, professionali e sentimentali. La razza in Italia non si palesa fino a quando tu non sei l'unica persona nera in una stanza di bianchi. E quell'unica persona è Bellamy, Mike, Blessy, David... una moltitudine in parte sommersa, sotterranea. Quell'unica persona è chi si è sentito dire troppe volte che «gli italiani neri non esistono»: lo gridano negli stadi, lo dice certa politica, sembrano confermarlo le serie tv, la letteratura, i media. In un certo senso è persino vero: gli italiani neri non emergono, non si vedono negli ambienti della cultura, nei talk show e nelle liste elettorali. O meglio, in quei luoghi esistono ma solo come oggetto del discorso, quasi mai come soggetto. La loro presenza è ridotta alla riforma della cittadinanza, ai casi di razzismo, all'«immigrazione fuori controllo», ai barconi, all'«integrazione». Con un approccio inedito e un linguaggio fresco e «social», Nadeesha Uyangoda apre in questo libro, che incrocia saggio e memoir, un'onesta conversazione per comprendere meglio la dinamica razziale nel nostro paese.
IT | ISBN 9788832971613
Was macht eine Frau zu einer Frau, einen Mann zu einem Mann? Jayrome C. Robinet erzählt seine persönliche Geschichte und seinem queeren Alltag. Jayrôme hat früher als weiße Französin gelebt. Dann zieht er nach Berlin, beginnt Testosteron zu nehmen und erlebt eine zweite Pubertät. Ihm wächst ein dunkler Bart – und plötzlich wird er auf der Straße auf Arabisch angesprochen. Ob im Café, in der Umkleide oder bei der Passkontrolle, er merkt, dass sich nicht nur seine Identität, sondern vor allem das Verhalten seiner Umwelt ihm gegenüber radikal geändert hat. Er kann vergleichen: Wie werde ich als Mann, wie als Frau behandelt? Und was bedeutet es, wenn sich nicht nur das Geschlecht ändert, sondern augenscheinlich auch Herkunft und Alter? Mitreißend erzählt er von seinem queeren Alltag und deckt auf, wie irrsinnig gesellschaftliche Wahrnehmungen und Zuordnungen oft sind.
DE | ISBN 9783446262072
Uscito per la prima volta negli Usa nel 1981, è considerato uno dei testi pioneristici del femminismo odierno. È con questo fondamentale lavoro infatti che Angela Davis ha aperto un nuovo metodo di ricerca che appare più attuale che mai: l’approccio che interconnette i rapporti di genere, razza e classe. Il libro sviluppa un saggio scritto in carcere nel 1971, uno studio storico sulla condizione delle afroamericane durante lo schiavismo volto a riscoprire la storia dimenticata delle ribellioni delle donne nere contro la schiavitù. Racconta episodi tragici della storia degli Stati Uniti, frutto di miti ancora in voga come quello dello “stupratore nero” e della superiorità della “razza bianca”, ma anche eccezionali e coraggiosi momenti di resistenza. Raccontando le storie di alcune delle figure chiave della lotta per i diritti delle donne, delle nere e dei neri, e della working class statunitense, ricostruisce i rapporti tra il movimento suffragista e quello abolizionista, gli episodi di sorellanza tra bianche e nere ma anche le contraddizioni tra un movimento prevalentemente bianco e di classe media e le lotte e i bisogni delle donne nere e delle lavoratrici. Tensioni e contraddizioni che si ripresentano di nuovo tra il movimento femminista degli anni Sessanta e Settanta e le afroamericane. La lezione principale di Angela Davis è quella di abbandonare l’idea di un soggetto “donna” omogeneo, nella convinzione che qualsiasi tentativo di liberazione, per essere realmente universalista, deve considerare la storia e la stratificazione delle esperienze e dei bisogni dei diversi soggetti in gioco. Un testo che offre prospettive cruciali per il rinnovamento profondo di teorie, linguaggi e obiettivi del movimento femminista, in una fase storica come quella odierna segnata da una presenza crescente di donne migranti in Italia e in Europa, e un sempre più allarmante ritorno del razzismo.
IT, traduzione di Marie Moïse, Alberto Prunetti | ISBN 9788898841851
La pandemia ha svelato la centralità sociale dei lavori di cura: badanti, infermiere, lavoratrici domestiche, fattorini, rider e addetti alle pulizie hanno dominato per giorni la scena pubblica. Ma anche se di cura oggi si parla tanto, l’incuria continua a regnare sovrana. Il sistema neoliberista l’ha infatti ridotta a questione individuale, da comprare sul mercato, con una progressiva privatizzazione dei servizi sanitari, sociali e alla persona che privilegia i profitti sulle vite di tutte e tutti noi. Ma se i ricchi possono delegare i propri bisogni quotidiani a soggetti oppressi (donne e migranti) come possiamo dare vita a sistemi in cui l’interdipendenza degli uni dagli altri sia finalmente riconosciuta, in forme solidali e paritarie? Il collettivo inglese Care Collective risponde a questa domanda individuando quattro cardini fondamentali per dare vita a comunità di cura: il mutuo soccorso, lo spazio pubblico, la condivisione di risorse e la democrazia di prossimità. Facendo tesoro delle buone pratiche dei movimenti femministi e ambientalisti propone una cura reciproca, non paternalista né assistenzialista: una «cura promiscua», che non discrimina nessuno ed è fuori dalle logiche di mercato. L’obiettivo è arrivare a un vero e proprio «stato di cura» che non solo crea infrastrutture di welfare «dalla culla alla tomba» ma genera una nuova idea di democrazia orientata ai bisogni collettivi. Dimostrando che la cura è il concetto e la pratica più radicale che abbiamo oggi a disposizione.
IT, traduzione di Marie Moïse, Gaia Benzi | 9788832067491
“Leaving the book corner” è un format di eventi attraverso cui è stato possibile “attivare” la biblioteca “Magari un libro”, aprendo spazi di dialogo su libri che trattano tematiche focalizzate sull’inclusività, la diversità, il sostegno ai gruppi di minoranza e alle comunità meno rappresentate.
Durante i public readings, abbiamo cercato di generare insieme un percorso di approfondimento e apprendimento. L’idea è quella di creare momenti esperienziali dove le persone possono fruire di testi e informazioni su di essi.
Magari un libro è un progetto di Associazione Magari
Web e graphic design a cura di Nino Rizzo